Alla ricerca delle verità
Rappresenta il mio esordio come scrittrice nel campo paranormale.
La mia vita costellata da tante situazioni assurde e per i più incredibili rivela la predisposizione alla medianità, manifestatasi sin dai primi giorni di vita.
Questo contatto continuo con l'altra Dimensione mi ha portata a cercare sempre il contatto con l'anima accettando questo mio vissuto in modo graduale ma non per questo non sofferto.
Ho vissuto delle regressioni, in modo del tutto spontaneo, fino a ricostruire ben tre vite precedenti, delle quali la penultima ha avuto riscontri storici, che documento nel libro in uscita "ESPERIENZE DI CONFINE".
I ricordi poi dell'ultima incarnazione e della morte sotto le bombe nel giugno del 1943 al confine con la Germania Orientale hanno condizionato la mia infanzia.
L'incontro con Luigi, l'uomo amato nel 700, ha poi determinato la presa di coscienza che la Reincarnazione è una verità.
Il racconto è lineare e di facile comprensione e credo possa aiutare chi vuole raggiungere una maggiore consapevolezza e realizzare la propria evoluzione per vivere più serenamente i momenti difficili che la vita a nessuno ha mai risparmiato.
La mia vita costellata da tante situazioni assurde e per i più incredibili rivela la predisposizione alla medianità, manifestatasi sin dai primi giorni di vita.
Questo contatto continuo con l'altra Dimensione mi ha portata a cercare sempre il contatto con l'anima accettando questo mio vissuto in modo graduale ma non per questo non sofferto.
Ho vissuto delle regressioni, in modo del tutto spontaneo, fino a ricostruire ben tre vite precedenti, delle quali la penultima ha avuto riscontri storici, che documento nel libro in uscita "ESPERIENZE DI CONFINE".
I ricordi poi dell'ultima incarnazione e della morte sotto le bombe nel giugno del 1943 al confine con la Germania Orientale hanno condizionato la mia infanzia.
L'incontro con Luigi, l'uomo amato nel 700, ha poi determinato la presa di coscienza che la Reincarnazione è una verità.
Il racconto è lineare e di facile comprensione e credo possa aiutare chi vuole raggiungere una maggiore consapevolezza e realizzare la propria evoluzione per vivere più serenamente i momenti difficili che la vita a nessuno ha mai risparmiato.
Pag. 64
Un pomeriggio accadde una cosa incredibile: mentre ero intenta nella contemplazione di quelle immagini, con la fantasia che galoppava e vibrava come se rivivessi scene viste a teatro, mi parve di veder uscire da un quadro il personaggio Rigoletto.
Lo guardai perplessa ma non distolsi gli occhi da quella figura, lo vidiavanzare verso di me, con passo lento, mi era vicino, sempre più vicino non respiravo più, con gli occhi sbarrati lo vidi avvicinarsi sempre di più e, quando mi fu proprio vicino mi disse: "Non dimenticherai, vero?".
Davanti ai miei occhi si apri un baratro, ruotavo vorticosamente, cercavo di ricordare che cosa non dovevo dimenticare.
Sballottata in quella tempesta di sentimenti, ricordai il mio compagno quello della passeggiata sull'Adriatico (la prima immagine della m vita, a sole poche ore dalla nascita), che era giunto come una meteora mi aveva trascinata via dall'inferno della guerra, per portarmi in un luogo di pace dove entrambi, reincarnandoci, avremmo potuto ritrovarci e trascorrere insieme la nostra vita.
Ricordai la promessa, si, avevamo promesso di incontrarci verso i vent'anni , solo che io non avevo utilizzato l'ovulo da lui indicatomi, la miascelta era stata dettata da altre necessità, e questo certamente rendeva difficile la possibilità di mantenere fede alla promessa.
Presi coscienza del dramma che avrei vissuto nella mia vita l'avrei incontrato ma non sarebbe stato il compagno della mia vita come invece lui avrebbe voluto, provai un grande senso di colpa, sentiigirare la testa e affranta svenni. Il nonno mi trovò così, riversa sul pavimento, priva di sensi. Quando rinvenni la mia mente era confusa, mi chiesero che cosa mi fosse successo.
Come avrei potuto raccontare la verità ed essere creduta, tener conto della mia età e della complessità del problema?
Preferii rimanere in silenzio, gustandomi le coccole della mamma.
Un pomeriggio accadde una cosa incredibile: mentre ero intenta nella contemplazione di quelle immagini, con la fantasia che galoppava e vibrava come se rivivessi scene viste a teatro, mi parve di veder uscire da un quadro il personaggio Rigoletto.
Lo guardai perplessa ma non distolsi gli occhi da quella figura, lo vidiavanzare verso di me, con passo lento, mi era vicino, sempre più vicino non respiravo più, con gli occhi sbarrati lo vidi avvicinarsi sempre di più e, quando mi fu proprio vicino mi disse: "Non dimenticherai, vero?".
Davanti ai miei occhi si apri un baratro, ruotavo vorticosamente, cercavo di ricordare che cosa non dovevo dimenticare.
Sballottata in quella tempesta di sentimenti, ricordai il mio compagno quello della passeggiata sull'Adriatico (la prima immagine della m vita, a sole poche ore dalla nascita), che era giunto come una meteora mi aveva trascinata via dall'inferno della guerra, per portarmi in un luogo di pace dove entrambi, reincarnandoci, avremmo potuto ritrovarci e trascorrere insieme la nostra vita.
Ricordai la promessa, si, avevamo promesso di incontrarci verso i vent'anni , solo che io non avevo utilizzato l'ovulo da lui indicatomi, la miascelta era stata dettata da altre necessità, e questo certamente rendeva difficile la possibilità di mantenere fede alla promessa.
Presi coscienza del dramma che avrei vissuto nella mia vita l'avrei incontrato ma non sarebbe stato il compagno della mia vita come invece lui avrebbe voluto, provai un grande senso di colpa, sentiigirare la testa e affranta svenni. Il nonno mi trovò così, riversa sul pavimento, priva di sensi. Quando rinvenni la mia mente era confusa, mi chiesero che cosa mi fosse successo.
Come avrei potuto raccontare la verità ed essere creduta, tener conto della mia età e della complessità del problema?
Preferii rimanere in silenzio, gustandomi le coccole della mamma.
Francesca Cap. VII
pag. 70 e seg.
Da circa un anno, mio marito mi aveva fatto conoscere una sua collega, Francesca, con la quale eravamo diventate ottime amiche.
Era un pomeriggio di primavera
Andai a riposare con la segreta speranza di avere una risposta ai mille perché che affollavano la mia mente.
Accadde una cosa impensabile.
Mentre dormivo, squillò il telefono, era la mia amica Francesca.
Rimasi sorpresa nel sentire la sua voce, perché proprio in quel momento io stavo sognando di lei.
"Che telepatia", dissi, "lo sai che stavo sognando di te?"
Davvero?!? Disse alquanto sorpresa, e che cosa stavi sognando?
Ti ho vista in un museo, le risposi, nei pressi del Duomo della nostra città, ti eri denudata, e cercavi di nascondere i tuoi vestiti, insieme a te c'era un uomo, il tuo amante, e stavate per fare l'amore quando mi hai svegliata.
Alle mie parole seguì un lungo silenzio; "Ci sei?", chiesi. "Sì, ci sono, vengo a trovarti subito, devo parlarti".
Mi alzai e l'aspettai con ansia, il suo silenzio, il suo turbamento mi dettero la certezza di aver fatto centro ancora una volta.
Più di una volta, infatti, mi era accaduto di sognare realtà che non mi appartenevano ma che puntualmente si avveravano, dapprima non ci avevo fatto caso, poi ci avevo messo un po' di attenzione, poi sinceramente ci avevo preso gusto.
Quando giunse, sorrise, mi salutò chiamandomi "strega" e poi un po'
arrossendo, un po' dandosi forza, mi raccontò la sua nuova esperienza
Tutto corrispondeva a verità, da due mesi aveva un amante che si interessava di antichità archeologiche e storiche e che operava in un museo e che questo era spesso il luogo preferito dei loro incontri.
Anche la sua situazione familiare non era rosea, tra un marito estremamente possessivo e due figli molto problematici, lei, aveva deciso sia per reazione ai loro comportamenti, sia per appagare un inespresso
bisogno di affetto, di cogliere l'occasione che la vita le stava offrendo sperando così di liberare la sua mente oppressa e sentirsi nuovamente viva Mentre mi parlava cercava in me non solo una confidente, ma soprattutto approvazione al suo operato, perché era la prima volta che tradiva
suo marito e si deduceva che non era esente da sensi di colpa, nonostante tutto.
Cercai di aiutarla a ritrovare se stessa, permettendole di parlare, ..., di autoaccusarsi, insomma di fare tutto quello di cui aveva bisogno senza preoccuparsi di eventuali conseguenze. I nostri colloqui avvenivano essenzialmente di pomeriggio, spesso mi faceva domande sul rapporto che avevo con mio marito, e così la nostra confidenza diventò grande.
... Un giorno mi trovai a parlarle per caso dei miei sogni. Quando le dissi che ero quasi certa di aver ricostruito due vite precedenti, sorrise, il racconto che le avevo fatto le risultava molto sibillino, non era possibile per lei che veramente potesse essere vero quello che le avevo raccontato.
Essendo un'anima semplice, cercò di risolvere il tutto dicendo che quello che mi stava accadendo di notte da più di un anno non era altro che il risultato di un normale innamoramento, e finché non mi fossi decisa a diventare l'amante di quell'uomo che credevo fosse stato il mio
uomo, due vite precedenti, sicuramente l'avrei sognato sempre e sarei vissuta nell'angoscia ...
*********
Pag, 86 -87
... Con esattezza ricordo che una notte, di cui ricordo perfettamente la data, appena mi resi conto che in casa tutti dormivano, compreso il mio corpo, svelta mi sollevai da esso, ed andai nella sua casa, dove assistetti al concepimento dei suoi due figli.
Vidi due ovuli che venivano fecondati, sarebbero nati due gemelli un maschio ed una femmina.
Mentre gli ovuli venivano fecondati, leggevo anche nella mente di lui. . . mentre faceva l'amore con sua moglie, nella sua mente c'ero io.. . mi allontanai sconvolta e la mattina quando mi svegliai sentivo ancora i morsi della gelosia. Vissi ore di grande conflittualità, avevo appena giurato a mio marito di non provare nulla per quell'uomo, ed ora mi ritrovavo a provare sentimenti ingiustificabili... non mi riconoscevo più... il senso della giustizia, della coerenza, della lealtà che avevano sempre caratterizzato la mia vita, dove erano andati a finire? Mi vergognavo di me stessa... ciò nonostante, contro ogni mia intenzione, continuai a sognare...
Dopo più di un mese sognai la moglie di Luigi che aveva ritirato il test di gravidanza e lo comunicava al marito, poi fui informata sulla sua minaccia di aborto e così via fino al giorno della nascita di quei due bambini.
In quel giorno vidi lui passeggiare su e giù per il corridoio di un ospedale. Segnai quella data...
IL giorno che la donna uscì dall'ospedale mi accadde un altro fatto straordinario. Era di pomeriggio verso le 18, ero in auto con mio marito, andavamo a fare la spesa, su una strada molto trafficata, incrociammo una macchina come tante.
All'improvviso un flash davanti ai miei occhi inspiegabilmente fui attratta da quella vettura, era nuova, al volante un uomo senza la barba, quindi irriconoscibile a prima vista, vidi la macchina scoperchiarsi e nell'interno oltre all'uomo che guidava, vidi due donne che reggevano entrambe un port-enfant. Intuii che si trattava di lui, di sua moglie e della suocera, erano appena usciti dall'ospedale e lui portava a casa la nuova famigliola, Intuii anche che stavano venendo dall'Ospedale di XXX La curiosità era grande, telefonai a Francesca che, incuriosita si mise subito all'opera. Mi richiamò dopo due giorni, da alcune ricerche fatte nella sua scuola seppe che tutto quello che avevo visto o intuito, corrispondeva a verità.
Collimava tutto, la data di nascita era avvenuta esattamente allo scadere dei nove mesi, dal giorno in cui avevo assistito alla fecondazione dei due ovuli, il nome ed il luogo dell'ospedale dove erano nati, il fatto che lui avesse cambiato la macchina ecc. ecc.
Ebbi l'ennesima prova che quello che sognavo o vedevo era la realtà. Decisi allora di non dare più importanza a quanto mi succedeva, dovevo considerare quello che mi accadeva come un fatto di tutta normalità.
Così infatti feci, per un po' dì tempo lasciai scivolare su di me tutto quello che vedevo o sentivo, ormai questo mio modo di essere era diventato una caratteristica della mia vita, null'altro potevo fare se non prendere coscienza della mia diversità o delle mie capacità, che comunque non mi convincevo di possedere, perché ritenevo il tutto un regalo dell'Aldilà.
Con questa nuova consapevolezza, ripresi a vivere la mia vita di sempre, vissi momenti di grande serenità in seno alla mia famiglia, anche perché l'esperienza vissuta con mio marito mi aveva insegnato che mantenendo la calma sempre e comunque, forse avrei compromesso meno il mio matrimonio, al quale ancora tenevo molto. ..
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Da circa un anno, mio marito mi aveva fatto conoscere una sua collega, Francesca, con la quale eravamo diventate ottime amiche.
Era un pomeriggio di primavera
Andai a riposare con la segreta speranza di avere una risposta ai mille perché che affollavano la mia mente.
Accadde una cosa impensabile.
Mentre dormivo, squillò il telefono, era la mia amica Francesca.
Rimasi sorpresa nel sentire la sua voce, perché proprio in quel momento io stavo sognando di lei.
"Che telepatia", dissi, "lo sai che stavo sognando di te?"
Davvero?!? Disse alquanto sorpresa, e che cosa stavi sognando?
Ti ho vista in un museo, le risposi, nei pressi del Duomo della nostra città, ti eri denudata, e cercavi di nascondere i tuoi vestiti, insieme a te c'era un uomo, il tuo amante, e stavate per fare l'amore quando mi hai svegliata.
Alle mie parole seguì un lungo silenzio; "Ci sei?", chiesi. "Sì, ci sono, vengo a trovarti subito, devo parlarti".
Mi alzai e l'aspettai con ansia, il suo silenzio, il suo turbamento mi dettero la certezza di aver fatto centro ancora una volta.
Più di una volta, infatti, mi era accaduto di sognare realtà che non mi appartenevano ma che puntualmente si avveravano, dapprima non ci avevo fatto caso, poi ci avevo messo un po' di attenzione, poi sinceramente ci avevo preso gusto.
Quando giunse, sorrise, mi salutò chiamandomi "strega" e poi un po'
arrossendo, un po' dandosi forza, mi raccontò la sua nuova esperienza
Tutto corrispondeva a verità, da due mesi aveva un amante che si interessava di antichità archeologiche e storiche e che operava in un museo e che questo era spesso il luogo preferito dei loro incontri.
Anche la sua situazione familiare non era rosea, tra un marito estremamente possessivo e due figli molto problematici, lei, aveva deciso sia per reazione ai loro comportamenti, sia per appagare un inespresso
bisogno di affetto, di cogliere l'occasione che la vita le stava offrendo sperando così di liberare la sua mente oppressa e sentirsi nuovamente viva Mentre mi parlava cercava in me non solo una confidente, ma soprattutto approvazione al suo operato, perché era la prima volta che tradiva
suo marito e si deduceva che non era esente da sensi di colpa, nonostante tutto.
Cercai di aiutarla a ritrovare se stessa, permettendole di parlare, ..., di autoaccusarsi, insomma di fare tutto quello di cui aveva bisogno senza preoccuparsi di eventuali conseguenze. I nostri colloqui avvenivano essenzialmente di pomeriggio, spesso mi faceva domande sul rapporto che avevo con mio marito, e così la nostra confidenza diventò grande.
... Un giorno mi trovai a parlarle per caso dei miei sogni. Quando le dissi che ero quasi certa di aver ricostruito due vite precedenti, sorrise, il racconto che le avevo fatto le risultava molto sibillino, non era possibile per lei che veramente potesse essere vero quello che le avevo raccontato.
Essendo un'anima semplice, cercò di risolvere il tutto dicendo che quello che mi stava accadendo di notte da più di un anno non era altro che il risultato di un normale innamoramento, e finché non mi fossi decisa a diventare l'amante di quell'uomo che credevo fosse stato il mio
uomo, due vite precedenti, sicuramente l'avrei sognato sempre e sarei vissuta nell'angoscia ...
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Pag, 86 -87
... Con esattezza ricordo che una notte, di cui ricordo perfettamente la data, appena mi resi conto che in casa tutti dormivano, compreso il mio corpo, svelta mi sollevai da esso, ed andai nella sua casa, dove assistetti al concepimento dei suoi due figli.
Vidi due ovuli che venivano fecondati, sarebbero nati due gemelli un maschio ed una femmina.
Mentre gli ovuli venivano fecondati, leggevo anche nella mente di lui. . . mentre faceva l'amore con sua moglie, nella sua mente c'ero io.. . mi allontanai sconvolta e la mattina quando mi svegliai sentivo ancora i morsi della gelosia. Vissi ore di grande conflittualità, avevo appena giurato a mio marito di non provare nulla per quell'uomo, ed ora mi ritrovavo a provare sentimenti ingiustificabili... non mi riconoscevo più... il senso della giustizia, della coerenza, della lealtà che avevano sempre caratterizzato la mia vita, dove erano andati a finire? Mi vergognavo di me stessa... ciò nonostante, contro ogni mia intenzione, continuai a sognare...
Dopo più di un mese sognai la moglie di Luigi che aveva ritirato il test di gravidanza e lo comunicava al marito, poi fui informata sulla sua minaccia di aborto e così via fino al giorno della nascita di quei due bambini.
In quel giorno vidi lui passeggiare su e giù per il corridoio di un ospedale. Segnai quella data...
IL giorno che la donna uscì dall'ospedale mi accadde un altro fatto straordinario. Era di pomeriggio verso le 18, ero in auto con mio marito, andavamo a fare la spesa, su una strada molto trafficata, incrociammo una macchina come tante.
All'improvviso un flash davanti ai miei occhi inspiegabilmente fui attratta da quella vettura, era nuova, al volante un uomo senza la barba, quindi irriconoscibile a prima vista, vidi la macchina scoperchiarsi e nell'interno oltre all'uomo che guidava, vidi due donne che reggevano entrambe un port-enfant. Intuii che si trattava di lui, di sua moglie e della suocera, erano appena usciti dall'ospedale e lui portava a casa la nuova famigliola, Intuii anche che stavano venendo dall'Ospedale di XXX La curiosità era grande, telefonai a Francesca che, incuriosita si mise subito all'opera. Mi richiamò dopo due giorni, da alcune ricerche fatte nella sua scuola seppe che tutto quello che avevo visto o intuito, corrispondeva a verità.
Collimava tutto, la data di nascita era avvenuta esattamente allo scadere dei nove mesi, dal giorno in cui avevo assistito alla fecondazione dei due ovuli, il nome ed il luogo dell'ospedale dove erano nati, il fatto che lui avesse cambiato la macchina ecc. ecc.
Ebbi l'ennesima prova che quello che sognavo o vedevo era la realtà. Decisi allora di non dare più importanza a quanto mi succedeva, dovevo considerare quello che mi accadeva come un fatto di tutta normalità.
Così infatti feci, per un po' dì tempo lasciai scivolare su di me tutto quello che vedevo o sentivo, ormai questo mio modo di essere era diventato una caratteristica della mia vita, null'altro potevo fare se non prendere coscienza della mia diversità o delle mie capacità, che comunque non mi convincevo di possedere, perché ritenevo il tutto un regalo dell'Aldilà.
Con questa nuova consapevolezza, ripresi a vivere la mia vita di sempre, vissi momenti di grande serenità in seno alla mia famiglia, anche perché l'esperienza vissuta con mio marito mi aveva insegnato che mantenendo la calma sempre e comunque, forse avrei compromesso meno il mio matrimonio, al quale ancora tenevo molto. ..